Arte gotica



Arte Gotica





Diversamente da quanto avvenne per l'architettura romanica, definita policentrica e senza una regione europea che ad essa si possa definire come più rappresentativa, è invece quasi possibile identificare una località e un "padre" dell'architettura gotica. La ricostruzione del coro dell'abbazia di Saint-Denis, vicino a Parigi, iniziata nel 1137 e terminata nell'anno 1144 per opera dell'abate Suger, è infatti generalmente considerata come la data di inizio di questo stile, che da lì a poco si diffonderà prima nelle diocesi dell'Île-de-France e poi nel resto della Francia, in Inghilterra, nell'Impero e nel resto d'Europa, incontrando resistenze significative solo in Italia. Uno stile consapevolmente diverso da quello precedente, caratterizzato dall'uso intensivo di tecniche costruttive già usate (come l'arco a sesto acuto e la volta a crociera), ma in un sistema coerente e logico e con nuovi obiettivi estetici e simbolici.

Gli inizi: Saint Denis e il ruolo della luce


Il Dionigi monaco siriano aveva scritto un trattato sulla luce e sulle gerarchie angelicheDe coelesti hierarchia, ispirato al neoplatonismo, nel quale la luce era considerata una sorta di emanazione divina e, in generale, la realtà sensibile intesa come simbolo delle splendenti realtà soprannaturali. L'abbazia, di fondazione altomedievale, divenne un luogo simbolico della monarchia francese in quanto sacrario dei re Capetingi che qui venivano sepolti.Nel 1140 l'abate Sugerio (Suger) decide di ricostruire il coro e la facciata di Saint-Denis, l'abbazia benedettina che conservava le reliquie del patrono di Parigi San Dionigi. Questo santo era stato il primo vescovo delle Gallie, e il ricordo della sua figura si fuse ben presto con quella del monaco siriano Dionigi l'Areopagita, chiamato così perché era stato a sua volta identificato col Dionigi del I secolo che si sarebbe convertito al cristianesimo dopo aver sentito Paolo di Tarso predicare nell'areopago di Atene.
L'abate Sugerio, lettore dei testi dello Pseudo-Dionigi, volle ricostruire la sua venerabile abbazia ispirandosi alle teorie del filosofo, progettando un nuovo coro con una serie di cappelle radiali a forma trapezoidale direttamente collegate ad un deambulatorio che permetteva ai fedeli di muoversi liberamente anche dietro il recinto del coro. Le cappelle radiali erano coperte da volte a crociera e sulle pareti si aprivano ampie finestre che davano una grande luminosità allo spazio interno. Le vetrate colorate alle aperture rendevano l'atmosfera interna quasi soprannaturale, riuscendo a dare una forma sensibile alle teorie di Pseudo Dionigi

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